Bio
illo è uno studio di design color-centered, specializzato in motion design, illustrazione e art direction. Guidato dal duo creativo Ilenia Notarangelo e Luca Gonnelli, lo studio punta a un’estetica minimalista e colorata, accompagnata sempre da una narrazione chiara e diretta. Nel 2014 hanno lanciato il loro sister studio algo.tv, uno studio di data-visualization specializzato in video automazione. Con un team internazionale di 17 persone, illo ha lavorato sia con startup innovative che con grandi brand come Google, META, UEFA, Pinterest e molti altri.
Sul vostro sito si legge che siete passati dal lavorare per micro-startup alle aziende tech più famose al mondo. Come è avvenuto questo salto?
In realtà il passaggio è stato piuttosto graduale. Siamo partiti sin da subito a lavorare con start-up e clienti legati al mondo dell’innovazione e del tech. Da lì abbiamo ottenuto contatti con aziende sempre più grandi, fino ad arrivare a lavorare per alcuni clienti dei sogni come Google o Apple.
Nei vostri progetti, così come nel modo in cui vi presentate e comunicate, si percepisce un’atmosfera di divertimento e leggerezza. È davvero così? Quanto è importante per voi – e per la vostra pratica – mantenere questo spirito?
In generale ci piace lavorare in un'atmosfera “playful”, in cui non ci si prenda mai troppo sul serio — e questo è sicuramente un atteggiamento che si rispecchia non solo nel nostro lavoro ma anche nella nostra vita di studio. Cerchiamo di creare un ambiente che sia professionale, ma non necessariamente formale, mantenendo un rapporto piacevole e leggero. Diamo molto valore e attenzione anche alla nostra studio culture! Quell’insieme di scelte, eventi e situazioni che ci ha sempre aiutato a rafforzare i rapporti all’interno del team e a rendere la vita lavorativa più piacevole. Ad esempio abbiamo adottato un uso del tempo in studio ibrido (50% della settimana si lavora da casa, l’altro 50% in persona). Ogni anno facciamo un creative retreat tutti quanti insieme in qualche parte del mondo, quest’anno siamo andati tutti insieme a Pictoplasma a Berlino e l’anno prima abbiamo passato una settimana a Seoul! Ogni settimana, a turno, facciamo delle presentazioni al team raccontando quello che vogliamo: da progetti personali a esperienze o argomenti che ci stanno a cuore. Infine, solitamente pranziamo tutti insieme, il mercoledì pizza day tassativo: dopotutto siamo italiani, sul cibo non si scherza ;)
Un altro aspetto che emerge è l’importanza del vostro team. Come organizzate il lavoro in fase di progettazione per far sì che il lavoro di squadra valorizzi l’output finale?
Nonostante ormai siamo 16 persone da illo - tra team creativo, studio e strategy - cerchiamo sempre di organizzare il lavoro in gruppi non tanto grandi (4-6 persone) in modo da avere una gestione più semplice e diretta con tutto il team oltre a dare la possibilità a tutti di partecipare in maniera attiva e significativa al progetto stesso.
La crescita dello studio negli ultimi anni è stata evidente. Quali sono i vostri piani per il futuro?
È vero, negli ultimi anni il team è praticamente raddoppiato! Al momento però pensiamo di aver trovato una bella dimensione. Né troppo piccola, né troppo grande! Sicuramente uno degli obiettivi è quello di ottenere progetti sempre più rilevanti (e magari pagati di più :p).
Guardando al lato più tecnico, l’intelligenza artificiale è uno strumento che utilizzate nel vostro lavoro? Se sì, come lo integrate? Se no, cosa vi frena?
Il nostro rapporto con l’intelligenza artificiale come studio è ancora in fase di sperimentazione. A livello di progetto l’abbiamo usata poche volte, ma abbiamo fatto qualche sperimentazione con dei risultati interessanti per “trainare” dei modelli nostri. Osserviamo con attenzione le sue evoluzioni e valuteremo se in futuro entrerà a far parte del nostro processo. Poi, ovviamente, ChatGPT ci dà una mano per il proof reading delle presentazioni, a volte dei social, per trovare dei glifi Unicode particolari e per rispondere alle domande di questa intervista ovviamente! hahaha
Come vedi il mondo dell’istruzione nell’ambito del design in Italia?
Ci sono tante offerte, ma sicuramente la possibilità di fare esperienze internazionali può completare il background formativo per vedere metodi e prospettive diverse.
Come vedi il ruolo del giovane grafico in Italia?
Il giovane grafico in Italia si trova oggi in una posizione interessante, dove creatività e capacità di adattamento giocano un ruolo centrale. La crescente richiesta di contenuti digitali, insieme alla necessità sempre maggiore di uno storytelling visivo nei social media e nelle strategie di marketing, offre spazi di lavoro molto interessanti. Tuttavia, il mercato presenta anche diverse difficoltà, come una competizione elevata e la tendenza delle aziende a sottovalutare il valore del lavoro creativo, portando a budget spesso inferiori rispetto ad altri paesi. Per emergere, è fondamentale sviluppare una forte identità professionale, lavorando sia sulle competenze tecniche che su quelle strategiche. La capacità di raccontare il proprio lavoro e costruire relazioni autentiche con clienti e collaboratori diventa spesso il fattore decisivo per costruire una carriera stabile e appagante, in poche parole: networking. In un contesto in cui le opportunità tendono a concentrarsi nelle grandi città, il giovane grafico deve anche essere pronto a esplorare nuove modalità di lavoro, come il freelance o il remote working, che permettono di superare i limiti geografici e ampliare il proprio raggio d’azione. Nonostante le difficoltà, la capacità di portare innovazione visiva e di rispondere ai bisogni di un mercato in evoluzione rende il ruolo del grafico essenziale nel panorama contemporaneo.
Che consiglio daresti al giovane grafico che si approccia al mondo del lavoro oggi in Italia?
Per un giovane grafico, è fondamentale esplorare e sperimentare diverse nicchie e identità visive, poiché questo processo aiuta a scoprire non solo il proprio stile distintivo ma anche i settori che offrono maggiori soddisfazioni personali e opportunità di crescita. Affiancare lavori commerciali, anche di piccole dimensioni, a progetti personali è una strategia vincente: i primi mostrano capacità di rispondere a esigenze reali, mentre i secondi dimostrano creatività, autonomia e visione. L’apertura verso le nuove tecnologie è cruciale in un campo che evolve rapidamente.