Eco Magazine unisce fotografi e artisti visivi che usano l'immagine come mezzo di esplorazione sociale e política. Si basa su un approccio collettivo e mira a collaborare alla creazione di una nuova narrazione del mondo dell'arte: più sostenibile, equa e accessibile.
Questo progetto inizia come una tesi di laurea in Graphic Design e consiste nella creazione del numero zero, un punto di partenza che definisce le intenzioni della rivista, oltre ad un compendio teorico che riflette su questo mezzo di comunicazione.
Il magazine contiene una raccolta curata di immagini, costellata da parole e conversazioni create dal contributo di venti protagonisti internazionali del campo dell'arte.
Questo magazine mira inoltre a attualizzare ell'istituzione culturale e nell'immaginario sociale l'importanza dell'interazione, della contaminazione e del dialogo contenuti nell'immagine. Vuole creare un immaginario visivo consapevole che si diffonda secondo metodi non convenzionali. Vuole istituzionalizzare la fotografia e tutti i media tra i possibili mezzi per la ricerca autoriale, artistica e sperimentale.
Vuole costruire una narrazione alternativa in cui l'opera d'arte diventa accessibile e possiamo tutti farne parte con la nostra esperienza.
Le scelte di design sono state fatte seguendo un idea per cui l'intero oggetto deve possedere una coerenza interna. Mi sono chiesta cosa rendesse interessante un magazine oltre al contenuto e come tradurre le idee e i concetti nel medium editoriale.