Come nel pianeta Terra, vorrei fosse possibile anche nel metaverso interagire con degli elementi naturali, tipici dell’ambiente virtuale e figli della tecnologia. Ciò supererebbe lo stereotipo di luogo commerciale di transazioni economiche, per renderlo uno spazio dove potremo vivere, interagire e fare delle esperienze che miglioreranno la qualità della vita ed il rapporto con la natura.
Gan 'Eden è un progetto caratterizzato da una raccolta enciclopedica di piante autogenerate, frutto dell’apprendimento di tecnologie avanzate di machine learning. Si tratta di un archivio digitale composto da schede botaniche con infografiche che descrivono la natura nativa digitale, anche in versione cards collezionabili. Ciascuna pianta, in questo caso fiori, rappresenta un asset digitale unico e irripetibile come un NFT, contestualizzato in uno dei metaversi dell’era contemporanea della digitalizzazione. Il designer come può diventare nell’oggi un mediatore tra l’essere umano e la natura, mostrando quanto le nuove tecnologie possano essere valide alleate? Attraverso una sperimentazione curiosa ed un uso consapevole e rispettoso dei nuovi strumenti che inevitabilmente continueranno a far parte del quotidiano. La libertà raggiunta nel Web of Things, l’assenza di intermediari delle blockchain, i software che diventano sempre più potenti: queste novità dovrebbero smuovere l’interesse del designer, renderlo interprete attivo di una realtà sempre più virtuale in cui si sta perdendo il contatto con la natura tangibile. Credo sia possibile riconnettersi quindi con essa esplorando le promettenti possibilità delle nuove tecnologie che enfatizzano le esperienze puntando sull’empatia, stimolano una visione creativa e garantiscono l’interconnessione continua.
Il progetto nasce da un percorso sperimentale che termina con la realizzazione effettiva di un contenitore digitale e di un prodotto stampato. Una collezione di piante per il metaverso, frutto della tecnologia. La macchina, impiegando delle reti GAN (una delle ultime frontiere del machine learning) reinterpreta un dataset di piante reali per popolare l’universo parallelo virtuale e creare così un giardino digitale in cui è possibile scoprire una nuova forma di natura, libera dai vincoli del reale, stravagante, nativa digitale. L’immaginario ottenuto è una natura speculativa che porta rinnovato interesse per l’elemento naturale concreto. Alla luce della sperimentazione credo fermamente nelle potenzialità delle nuove tecnologie, sempre che siano oggetto di una giusta governance.